Usare per il proprio profilo Facebook la foto di un’altra persona è un reato a tutti gli effetti. L’ha stabilito la Corte di Cassazione, che ha confermato la condanna nei confronti di una trentenne di Pordenone che aveva patteggiato una pena di 15 giorni di reclusione, poi converita in una multa da 3.750 euro. L’accusa è sostituzione di persona. L’imputata aveva presentato ricorso contro la sentenza del gip della sua città, che non le aveva consentito la sospensione del procedimento con la messa alla prova.
I giudici della V sezione penale, però, hanno rigettato il ricorso, considerando inappellata la decisione del gip. La trentenne, infatti, nell’istanza di revoca del consenso al patteggiamento, non aveva fatto esplicita richiesta di sospensione, ma aveva solo chiesto più tempo per valutarne la convenienza. In assenza di una decisione sulla strategia difensiva, il gip non aveva ritenuto di revocare la pena concordata. Ora, oltre alla multa, rateizzata in 30 mesi, la donna è stata anche condannata a pagare le spese processuali.