Il saluto fascista non è reato se è commemorativo e non violento. Anzi, in tal senso, va inquadrato tra le libertà di espressione e di manifestazione del pensiero costituzionalmente garantite.
Lo ha deciso Cassazione (sentenza n. 8108/2018) assolvendo definitivamente due manifestanti, che durante una commemorazione organizzata a Milano nel 2014 da appartenenti al partito “Fratelli d’Italia”, avevano alzato il braccio destro rispondendo alla “chiamata del presente” ed effettuando il “saluto romano” (oltre a esporre striscione inneggiante ai camerati caduti e numerose bandiere con croci celtiche).
Cassazione, sentenza n. 8108/2018